Sul lavoro i pericoli possono essere ovunque e tra le tante misure di protezione vi è l’abbigliamento da lavoro come le scarpe antinfortunistiche sono una di quelle più importanti. Si tratta a tutti gli effetti di un Dispositivo di Sicurezza Individuale (DPI), divenuto obbligatorio per legge in Italia nel 1994, occorre quindi che faccia parte della dotazione di diverse categorie di lavoratori, senza eccezioni o discrezionalità. Ogni professione e ambiente di lavoro richiede uno specifico tipo di calzatura antinfortunistica, quindi la scelta delle calzature da lavoro deve essere valutata in base alle proprie mansioni ed ai tipi di rischi in cui si può incorrere. L’obiettivo di questa guida tecnica è quello di fare chiarezza su tutte le sigle e norme relative alle calzature di sicurezza, così da avere un quadro di riferimento per scegliere le scarpe antinfortunistiche più adatte al proprio lavoro.
Il quadro normativo sulle calzature di sicurezza
Quando si valuta l’acquisto di un paio di scarpe antinfortunistiche, occorre tenere in considerazione che comfort e protezione sono due elementi inscindibili. D’altronde una calzatura di sicurezza deve essere indossata per tante ore al giorno e non può risultare scomoda o rendere più difficili i movimenti.
I requisiti e gli standard di sicurezza relativi alle calzature antinfortunistiche sono delineati dalle norme EN20345, EN20346 e EN20347. Questi standard di sicurezza sono correlati alle diverse tipologie di rischi specifici derivanti dal lavoro svolto, pertanto le calzature antinfortunistiche sono obbligate a rispettarli.
Classificazione delle scarpe antinfortunistiche previste dalla norma EN20345
Un'adeguata calzatura di sicurezza deve soddisfare dei requisiti minimi obbligatori, che identificano la tipologia di scarpa base con marcatura SB (laddove S sta per Safety = Sicurezza), che deve essere dotata di una resistenza minima allo schiacciamento del puntale di 200J. Il puntale, infatti, è un rinforzo applicato alla calzatura per proteggere le dita del piede da urti e schiacciamenti.
Tali requisiti minimi prevedono:
- Cuciture e pellami resistenti agli strappi e all’abrasione;
- Fodere che assorbano il sudore;
- Forma che si adatti perfettamente al piede;
- Materiali della tomaia (ossia la parte della scarpa che ricopre il piede) dotati di buona traspirazione per tenere il piede areato;
- Suola antiscivolo per garantire aderenza sulle superfici anche in presenza di qualunque tipo di liquido;
- Suola resistente agli olii e agli idrocarburi.
Definiti gli standard minimi di sicurezza, entriamo ora nello specifico delle categorie di scarpe antinfortunistiche dotate di protezione ulteriore. In questa sede, quindi, occorre distinguere tra scarpe con marcatura S1, S2, S3, S4 e S5.
Scarpe antinfortunistiche S1: Oltre ai requisiti di sicurezza di base previsti dalla marcatura SB, questo tipo di calzature prevede anche proprietà antistatiche e anti-shock nel tallone.
Scarpe antinfortunistiche S1P: Richieste per avere maggiore protezione rispetto alle calzature SB e S1, le scarpe con marcatura S1P sono dotate di lamina antiforo, in acciaio o in altro materiale non metallico, come in tessuto o in kevlar, che prevenga perforazioni e lacerazioni della scarpa.
Scarpe antinfortunistiche S2: Oltre ai requisiti delle marcature SB e S1, queste calzature presentano una tomaia dotata di tessuto idrorepellente WRU, che garantisce una maggiore resistenza all’acqua. Sono particolarmente indicate per il personale che lavora spesso a stretto contatto con acqua ed altri liquidi, facilmente assorbibili dai precedenti modelli di scarpe.
Scarpe antinfortunistiche S3: Si caratterizzano per una protezione del piede ancora maggiore, presentando i requisiti di tutti i precedenti modelli di scarpe precedentemente illustrati (requisiti comuni delle calzature S1 e S2, oltre alla lamina antiforo delle scarpe S1P).
Classificazione delle scarpe antinfortunistiche previste dalle norme EN20346 e EN20347
Le calzature regolate dalle norme EN20346 e EN20347 prevedono misure di sicurezza analoghe a quelle previste dalla norma EN20345. In questi casi, le uniche differenze risiedono nel grado di protezione del puntale che, nelle calzature da lavoro delle norme EN20346 (denominate di 2° categoria), arriva fino a 100J. Le norme EN20347, invece, prevedono i requisiti minimi richiesti per proteggere i lavoratori da piccoli rischi (ad esempio: pulizie industriali, manipolazione e trasporto di piccoli oggetti, etc.). Tali scarpe sono prive di puntale di sicurezza o sono dotate di puntale sintetico.
Protezioni aggiuntive
Oltre ai requisiti minimi che le scarpe antinfortunistiche devono soddisfare, sono previste ulteriori misure di sicurezza dettate da condizioni di lavoro specifiche. Tali requisiti aggiuntivi vengono richiesti per garantire la massima protezione possibile per il lavoratore in particolari condizioni di rischio. A tal fine, le scarpe antinfortunistiche possono prevedere misure di sicurezza successive, identificate dalle seguenti marcature:
- A - Capacità antistatica, che prevede un fondo della calzatura con una resistenza elettrica compresa tra 100 KΩ e 1000 MΩ
- C - Calzatura conduttiva;
- HI - Maggiore isolamento per garantire protezione da elevate temperature (fino a 150°);
- CI - Maggiore isolamento dal freddo (fino a -20°);
- HRO - Resistenza della suola al calore fino a 300° C per 1 minuto
- WRU - Impermeabilità maggiore della tomaia
- ORO - Resistenza agli idrocarburi.
Dopo aver letto questa guida, sarà più facile scegliere le scarpe antinfortunistiche più adatte al lavoro da svolgere. Ora non resta che scegliere il modello più indicato alle proprie esigenze, scoprendo tutti i modelli di calzature da lavoro e antinfortunistiche.
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